Le banche "ombra" fanno tremare l'economia cinese

L’economia cinese dal 2020, “Annus horribilis” dovuto allo scoppio della pandemia del Covid 19, non si è mai ripresa completamente e i numeri parlano chiaro. Il tasso di disoccupazione è salito a giugno al 5,3% con dati preoccupanti soprattutto nel settore giovanile – tra i 16 e i 24 anni i ragazzi disoccupati sono al livello record del 21,3% – la produzione industriale arranca e la crescita del PIL nel 2023 è stimata al 5%, decisamente lontani gli anni a doppia cifra.

Le problematiche sono tangibili e il settore industriale maggiormente colpito è quello immobiliare.

Sono dieci anni che la Cina persegue campagne di costruzione immobiliare a ritmi altissimi e insostenibili, completamente sganciati dalle logiche di mercato dettate dalla domanda e dall’offerta. Le case rimangono invendute e le società di costruzione versano in condizioni critiche, in quanto non riescono ad onorare i debiti.

Il governo di Xi Jinping, inoltre, mediante la commissione di Regolamentazione Bancaria e assicurativa è intervenuto nel sistema bancario al fine di rafforzarlo nei principi di indipendenza, prudenza, diligenza e di riduzione dei rischi. Ciò ha contribuito, però, alla nascita di un’industria del credito parallela, composta da una rete di trust, non soggetta alle nuove norme del sistema bancario.

Queste nuove entità, che detengono un’esposizione di circa 155 miliardi di dollari nel settore immobiliare cinese, hanno colmato la carenza di liquidità del sistema creditizio cinese ampiamente limitato dalle nuove normative; ne sono un esempio il Beijing International Trust e il gigante Zhongrong Enterprice Group (capogruppo di Zhongrong International trust).

Zhongrong International trust è una società attiva nel risparmio gestito, collocatore di prodotti finanziari retail che alla fine del 2022 gestiva più di 100 miliardi di dollari (S&P le aveva assegnato un rating BB+, ovvero un rischio accettabile). Questa società, nella propria offerta finanziaria prevede anche la distribuzione di prodotti d’investimento esposti su titoli a reddito fisso (obbligazioni) di realtà industriali operanti nel settore immobiliare, come Country Garden. Colosso immobiliare cinese specializzato nella costruzione di unità abitative nelle città di terza e quarta fascia, che all’inizio del mese è risultato inadempiente di due tranche di cedole del valore complessivo 22,5 milioni di dollari.

A causa di questa problematica, diverse decine di prodotti finanziari collocati dal colosso finanziario non hanno onorato i pagamenti degli interessi per un totale di 14 miliardi di dollari; Wang Qiang, segretario del cda del trust, in una riunione tenuta a inizio settimana ha parlato di ulteriori ritardi su almeno un’altra decina di prodotti.

Questa insolvenza rischia di minare non solo Zhongrong, ma il diffuso settore finanziario dei trust cinesi, definite delle banche “ombra”, in quanto scatole nere poco trasparenti, perchè normate da leggi molto blande rispetto al settore bancario.

Concatenando le difficoltà del sistema bancario “ombra” e la frenata del settore immobiliare in Cina il rischio è che la seconda economia mondiale si possa contrarre ulteriormente; tuttavia, siamo abbastanza fiduciosi nell’allontanare attualmente l’ipotesi di un effetto domino mondiale, in quanto la Cina rimane un sistema finanziario piuttosto isolato ma ben supportato dalla banca centrale cinese che ha dichiarato che aumenterà i prestiti per l’edilizia residenziale e che interverrà qualora ci fosse la necessità.