Giuseppe De Simone è un giovane consulente finanziario che lavora per Copernico SIM che all’età di 21 anni è rimasto affascinato da questa professione e ha deciso di intraprenderne il percorso, nonostante gli stereotipi.

 

Perché ha scelto la professione di consulente finanziario?

Mi sono avvicinato a questa professione nel 2014, durante un periodo di studio alla UCLA University California of Los Angeles. Lì ho svolto la mia prima esperienza lavorativa in Bank of America e, a 21 anni, ho capito che quello era il percorso che desideravo intraprendere. Quello che mi affascinava di più era costruire rapporti di fiducia autentici, guidare i clienti verso scelte consapevoli e veder crescere insieme a loro i risultati dei loro progetti e dei loro sogni. Da quel momento ho capito che la finanza non sarebbe stata solo una passione, ma una vera professione.

Perché ha scelto Copernico SIM?

Ho avuto l’opportunità di conoscere Copernico Sim, in occasione del “job finance day” presso la Borsa Italiana di Milano. Copernico SIM è una società di consulenza finanziaria indipendente da gruppi bancari e assicurativi che rispecchia i miei ideali e i miei valori e che non modifica la mia persona. Ho scelto Copernico Sim perché ne ho condiviso dal primo istante la filosofia e il modo di lavorare. La società ed io abbiamo lo stesso obiettivo: lavorare per il bene del cliente, restituendogli la libertà di scelta, rispettandone le esigenze personali ed utilizzando gli strumenti necessari per farlo.

Quali difficoltà ha incontrato inizialmente?

Sicuramente un ostacolo è stata l’età. Mi sono iscritto all’albo dei consulenti finanziari a 24 anni, in una professione dove l’età media supera i 50 anni. Far fronte agli stereotipi legati alla poca esperienza perché giovane è stato uno degli ostacoli più grandi da affrontare, ma il mio obiettivo è stato fin da subito, quello di lavorare con costanza e perseveranza per accrescere la mia credibilità come consulente finanziario.

Che consiglio darebbe a un giovane che desidera intraprendere questa carriera?

Consiglierei a un neo consulente di scegliere una realtà che valorizzi la propria persona, senza essere condizionato da una società che spesso impone budget e fa leva con pressioni commerciali. E consiglierei anche di non avere paura di sbagliare e/o di mollare alla prima difficoltà, anzi consiglio di imparare dai propri errori e diventare sempre la versione migliore di stessi.

Quanto ritieni importante il lavoro di squadra?

Il lavoro di squadra, anche in una professione percepita come “individuale” come quella del CF, è molto più importante di quanto spesso si creda. Ci sono momenti in cui il carico emotivo e operativo è elevato (mercati turbolenti, decisioni delicate con i clienti). Avere un team significa non affrontare tutto da soli, potersi confrontare e trovare soluzioni migliori con maggiore lucidità. Un contesto collaborativo favorisce il miglioramento: confrontarsi con colleghi più esperti, ricevere feedback, osservare buone pratiche. Tutto questo accelera l’apprendimento e aiuta a sviluppare una professionalità più solida. La professione del consulente può essere impegnativa sul piano emotivo e relazionale. Il team diventa un luogo dove condividere successi e difficoltà, alimentando motivazione e senso di appartenenza.

ADVISOR